giovedì 1 marzo 2007

Il self organizing content e il Web 3.0

Facciamo ancora fatica ad abituarci ad alcuni termini come Web 2.0. e Semantic Web che già da un pò di tempo si parla di Web 3.0.

Si avete capito bene Web 3.0. E' stato coniato un nuovo termine, pratica molto diffusa sopratutto nella sfera internet. Pensate ad esempio se chi ha inventato il termine "Blog" lo avesse invece definito come un content manager in cui gli utenti possono commentare i post, può essere che non avrebbe avuto questo successo, o forse si.

In poche parole con il Web 3.0 si parla di una serie di servizi in grado di estrarre "conoscenza" o regole dai contenuti online che consentano di descriverli meglio e facilitare le ricerche degli utenti.Un insieme di strumenti per analizzare i contenuti dunque ma non solo.

Con il web 3.0 si inizia dunque a parlare di strumenti di content analytics che sono però un qualcosa di più che semplici tools statistici. Le tecnologie basate solo su statistiche sono infatti una componente del web da moltissimo tempo oramai.Qui invece si tende molto di più ad un Web di tipo "semantico", ovvero si cerca di lavorare sulle strutture dei contenuti, si cerca di aggiungere un nuovo livello di organizzazione ai contenuti. Già molti degli strumenti di tagging in qualche modo forniscono loro stessi un sistema più "intelligente" di analisi web.

Con il web 3.0 e le tecnologie legate al web mining invece a quanto pare, parleremo di self-organizing web, ovvero contenuti in grado di auto-strutturarsi grazie alla collaborazione di tantissimi editor.Avremo dunque dei contenuti che si aggiorneranno continuamente grazie alla capacità degli editori di organizzarli e porli in "relazione".Gli strumenti di mining 3.0 ci consentiranno dunque a quanto pare di estrarre conoscenza (knwnoledge) da questi contenuti grezzi, in modo da organizzarli più efficientemente e facilitare le ricerche degli utenti.

Chissà che non si parli già di Search Marketing 3.0 in un futuro non troppo lontano ...

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