In un articolo apparso oggi su Repubblica si parla di web 2.0. Ho parlato in qualche post dell'aspetto sociale della rete, il tanto famigerato social networking in poche parole gli utenti creano contenuti, li modificano, li commentano, li diffondono, fanno in poche parole community.
Pare che gli italiani passino molto del loro tempo su siti web 2.0 come Wikipedia o You Tube piuttosto che su Ebay.
Il contenuto è sovrano come diceva qualcuno.
Il Web 2.0 però non è solo tecnologia. Pensiamo ad esempio a quando si esegue un upgrade di un sistema operativo o di un software qualsiasi, acquistiamo la versione 2.0 che ci offre tanta tecnologia in più.
La diffusione di internet e del web (diciamo pure 1.0) aveva come scopo principale quello di interconnettere computers sparsi nel mondo per condividere informazioni.
Oggi possiamo dire senza che web 2.0 non è solo tecnologia ma una filosofia, un nuovo modo di vedere la grande rete.
Obiettivo primario è quello di connettere dunque "persone" e condividere "conoscenza" facilitando la "collaborazione" fra tutti gli attori coinvolti.
Delle tecnologie ne abbiamo già parlato: feeds, tags, xml, web services.
Anche in Italia abbiamo i primi esempi di "società 2.0", alcuni esempi : Ok NOtizie, Segnalo del network Alice oppure IoScelgo.
Probabilmente il successo delle nuove tecnologie e dei servizi orientati al web 2.0 come community, wikis, blogs, è dovuto al fatto che l'utente si sente "attivo" e partecipe, fa dunque in prima persona social networking.
Emerge dunque la visione della rete non più come luogo in cui cercare informazioni ma luogo virtuale in cui incontrarsi e collaborare.
Gli scettici storceranno il naso pensando che in effetti non si sta inventando nulla di nuovo, personalmente gli aspetti su cui concentrare l'attenzione sono due : la produzione di contenuti "originali" e l'aspetto "collaborativo". Un sito web in cui si trova una "miniera" di informazioni ma in cui non si "collabora" non si può certamente annoverare fra i siti del web 2.0.
